dal Corriere della Sera.it

 
01 dicembre 2006   dal Corriere della Sera
Iraq, ammainato tricolore: missione finita                                                                                                                          Sabato, dopo tre anni e mezzo di Antica Babilonia, tornerà a casa anche l'ultimo soldato
Soldati italiani a Nassiriya (Olycom)
Soldati italiani a Nassiriya (Olycom)

NASSIRIYA - Il tricolore italiano è stato ammainato a Nassiriya, alla presenza del ministro della Difesa, Arturo Parisi. Dopo tre anni e mezzo, si è conclusa formalmente con questo atto la missione italiana in Iraq.

Insieme al ministro, tra gli altri il capo di Stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Gianpaolo Di Paola. Domani tornerà a casa anche l'ultimo soldato. Saranno gli ultimi uomini della brigata Garibaldi a lasciare Nassiriya. Domani verranno poi accolti all'aeroporto militare di Ciampino dal presidente del Consiglio Romano Prodi.

I compiti del contingente italiano che dal 24 giugno 2003 era di stanza a Nassiriya, nel sud del Paese, si erano esauriti formalmente il 21 settembre, quando la responsabilità della sicurezza era stata trasferita alle autorità del Dhi Qar, seconda provincia del Paese dopo quella di Muthanna a tornare sotto il controllo iracheno. Il governo di centrosinistra ha così mantenuto la promessa di concludere la missione entro "l'autunno". Un risultato che però non si discosta molto dall'impegno assunto a suo tempo dal centrodestra, che aveva garantito il rientro dei militari entro quest'anno.

La cerimonia dell'ammainabandiera avrà luogo nei pressi dell'aeroporto di Tallil, essendo ormai chiusa la base italiana di Camp Mittica. Un ricordo andrà ai 32 militari morti dal 2003 in azione, attentati e incidenti. L'episodio più grave il 12 novembre 2003, quando un'autocisterna carica di esplosivo fu lanciata contro la base Maestrale dei carabinieri in un attacco suicida costato la vita a 19 italiani - 17 militari e 2 civili - e 9 iracheni. I familiari di alcuni dei militari uccisi hanno chiesto a Prodi, in occasione di una cerimonia a Bologna per il terzo anniversario della strage, che si faccia chiarezza intorno alla vicenda, su cui indaga la Procura di Roma. Sono in tutto 39 gli italiani che hanno perso la vita in Iraq in questi anni, comprese le vittime civili e il funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso a Baghdad dagli americani nel marzo 2005.

 

 

 
 
   

1 dicembre 2006   da Il Sole 24 ORE

 

Nassiriya, ammainata la bandiera tricolore. Gli ultimi soldati italiani lasciano l'Iraq

 
«La missione Antica Babilonia è conclusa. Si ammaini la bandiera». Così il ministro della Difesa, Arturo Parisi, chiude ufficialmente la missione italiana nella provincia di Dhi Qar, nel sud dell'Iraq. Da oggi l'impegno italiano in Iraq non sarà più militare, ma sarà legato solo ad azioni umanitarie. La cerimonia, alla presenza di numerose autorità militari e civili italiane e irachene, si è conclusa a Little Italy, la base che ospita gli ultimi 44 italiani rimasti a Tallil, che faranno ritorno in Italia tra oggi e domani.
Nel suo discorso di saluto in occasione dell'ammainabandiera, che sancisce la fine della missione Antica Babilonia in Iraq, il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha voluto ricordare, citandoli per nome, uno per uno, tutti i caduti italiani nei tre anni e mezzo delle operazioni militari nel sud dell'Iraq. «Desidero ricordarli, come soldati e come uomini, non per prendere commiato da loro, ma per riportarli ancora una volta al nostro cuore, in questa terra dove per la missione Antica Babilonia essi hanno sacrificato, in nome dell'Italia, la loro vita per la pace», ha spiegato il ministro.
Parisi ha anche ricordato le due vittime civili della strage del 12 novembre, «che hanno condiviso con i militari un destino crudele», e il dottor Nicola Calipari, funzionario del Sismi «che ha sacrificato la propria vita affinché altri potessero vivere». «Il vostro sacrificio non è stato vano», ha concluso Parisi dichiarando definitivamente chiusa la missione.
Il contingente italiano in Iraq «rientra in patria per ottemperare ad un esplicito mandato ricevuto dai cittadini italiani e suggellato, su proposta del Governo, dal Parlamento nella sua quasi totalità». E' quanto ha spiegato oggi il ministro della Difesa, Arturo Parisi, durante il discorso pronunciato in occasione della cerimonia dell'ammainabandiera che sancisce la fine della missione Antica Babilonia.
«Quando definimmo il nostro intendimento di concludere la missione», ha ricordato Parisi, «ci impegnammo affinché tale conclusione si svolgesse nell'ordine, nella dignità e nella sicurezza: nel rispetto delle esigenze di sicurezza del paese che ci ospitava e degli alleati, con i quali condividevamo le nostre responsabilità, sulla base di un accordo con tutte le parti interessate». «Riteniamo che quello che ci siamo proposti, che quello che abbiamo annunciato e condiviso sia quello che abbiamo fatto», ha commentato ancora il ministro rivolgendosi agli ultimi militari rimasti a Tallil.
Le ultime truppe italiane in Iraq hanno lasciato il Paese dopo aver consegnato le loro basi nel sud alle forze locali. Il maggiore britannico Charlie Burbridge ha riferito che «gli ultimi italiani stanno partendo per il Kuwait, e da lì torneranno in Italia».
Il contingente italiano, operativo insieme a inglesi, australiani e romeni a Nassyria, è stato gradualmente disimpegnato nel corso degli ultimi mesi. Lunedi scorso Romano Prodi aveva annunciato che gli ultimi militari italiani, circa 70, avrebbero dovuto abbandonare il Paese entro il 2 dicembre.